Il Tar di Trento ha accolto, parzialmente, il ricorso, presentato dalle associazioni animaliste e ambientaliste contro l’ordinanza di abbattimento dell’orsa JJ4 firmata dal presidente della Provincia autonoma, Maurizio Fugatti, in seguito all’aggressione di due persone, padre e figlio, sul monte Peller, in Trentino lo scorso giugno.

“La lotta per la vita è una lotta che non ha e non deve avere colori di appartenenza. Grazie per il vostro lavoro che ha portato a questo risultato. Sono al vostro fianco per salvare ogni vita!”. Questo il commento che il ministro all’Ambiente, Sergio Costa, che ha ribattezzato l’orsa con il nome di Gaia. 

Persino le vittime dell’aggressione, Fabio Misseroni (59 anni) e il figlio Christian (28 anni), avevano chiesto che l’orsa fosse risparmiata. Entrambi cacciatori, si stavano recando in quota per portare del materiale. «Sono stato fortunatissimo perché io e mio papà ci siamo difesi l’uno con l’altro, ma se ci fosse stata una persona sola non so cosa sarebbe potuto succedere», ha raccontato Christian che aggiuge, «la montagna è la casa degli animali. Non credo sia necessario abbattere gli orsi. Piuttosto penso che ci sarebbe bisogno di una gestione diversa».

Non sono tuttavia mancati nel corso degli ultimi anni anche numerosi fatti di provocazione e vere e proprie sevizie da parte taluni nei confronti degli orsi. Famoso il video di due uomini che a bordo di una Panda, fra bestemmie e risate, hanno inseguito in Val Rendena un’orsa zoppicante e il suo cucciolo con il risultato di dividerli. L’episodio non è affatto unico nel suo genere e segue di qualche settimana un filmato analogo in cui il perseguitato, un orso singolo, trovava scampo quasi sul punto di essere investito arrampicandosi a bordo carreggiata.

“In genere viene perseguitato l’orso e mai chi lo provoca” aveva dichiarato qualche settimana fa Davide Celli, filmaker e attivista in difesa degli orsi, su Repubblica. “Andrebbero mandati segnali precisi per disincentivare i cattivi comportamenti: punire chi insegue gli orsi, scoraggiare chi invade i loro territori senza ragione, magari in compagnia di cani senza guinzaglio, con conseguenze molto pericolose qualora vi siano cuccioli nei paraggi”.

Un dettaglio infatti appare importante: «I tre precedenti casi di aggressione ci parlano sempre di una femmina con i piccoli», ha precisato il dirigente del dipartimento Territorio, Ambiente e Foreste della Provincia di Trento, Romano Masè. 

Il ricorso alla giustizia amministrativa è stato presentato da Lav, Wwf, Lac, Lipu e Lndc. Il Tar, in sostanza, ritiene che prima dell’abbattimento – comunque previsto dal protocollo Pacobace (Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali) in caso di pericolosità – la Provincia di Trento debba prima mettere in campo misure come la cattura e la reclusione dell’animale, oltre che procedere ad applicare all’orsa il radiocollare

“Il ministro ci dica dove dobbiamo portare gli orsi pericolosi e gli orsi in sovrannumero. Ci assumiamo anche le spese del trasporto ma il ministro ci dica dove portarlo. Noi lavoriamo per la cattura”. Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, commentando la decisione del Tar di Trento. 

I plantigradi presenti in Trentino sono infatti, secondo l’ultimo rapporto provinciale citato anche da Fugatti, in un range che varia tra 82 e 93 esemplari, cui vanno aggiunti i cuccioli appena nati o che stanno nascendo. «A oggi abbiamo un centinaio di orsi — ha spiegato Masè — localizzati in un’area relativamente piccola. L’aspetto più critico rispetto al piano originario, che prevedeva comunque una popolazione di 50-60 animali su un’area che si estendeva tra Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia, è proprio che questi orsi tendono a non spostarsi dal Trentino occidentale. C’è dunque un’alta densità che va a insistere su un’area fortemente antropizzata». Di qui la decisione che la giunta Fugatti ha preso: “Il numero di soggetti presenti è diventato rilevante e sproporzionato— ha detto il governatore—rispetto alla popolazione e alle capacità di gestione”.

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